Gianmario Masala Portfolio

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02 November 2010

Meetings in library: "the writing of art" / Incontri in Biblioteca: "la scrittura dell'arte"


Tomorrow 3th of november 2010 opening of the collective of art in Gallaratese Library, in Milano: "the writing of art". The collective will be there until 30th of november: curator is Antonella Prota Giurleo and artworks are from Fernanda Fedi, Antonella Prota Giurleo, Antonio Sormani and Franco Tripodi. Readings by Daniela Aronica e Loretta Lo Giudice. Visiting time: monday to friday 9.30 am - 9.30 pm, wednesday morning closed, saturday 9.30 am - 7.30 pm.


The expo comes from the passion for the "written paper" and books of the artists, so their pieces speak the language of art. 
Fernanda Fedi usually create her artworks with signs referred to the the origin of writing itself, in a fascinating way of expression and beautiful results.
Antonio Sormani in his painting is looking for a relation between form and object, a balance between abstraction and figure (see the report  of another personal of Antonio in this post).
Franco Tripodi created in 1993 an alphabet where every symbol correspond to a letter: captivated by this, now he uses a reworking of this process on signs in his artistic works.
Antonella Prota is able to find her inspiration to create in everything she sees: brushes, objects, photographs, paper, abandoned stuff and so on, coming to get a painting but also a collage or an installation, often in unexpected result. Here she used old books from the library to build artist's book and geometrical forms: something new and somehow creative.

From the original press release:

Amo profondamente leggere, amo i libri e le tracce di scrittura sui fogli, amo osservare alfabeti sconosciuti e scoprire la bellezza delle forme, amo le biblioteche, quelle pubbliche, soprattutto, ma anche quelle private. Entrando in una casa l’occhio mi corre intorno e mi ritrovo ad osservare quadri e a scorrere i titoli dei libri accarezzandone il dorso, gioendo nello scoprire in biblioteche di amiche e di amici libri che mi sono stati o mi sono compagni. 
Accumulo da sempre carta scritta, mi è impossibile entrare in una libreria o in biblioteca ed uscire, nonostante la determinazione iniziale, senza almeno un libro in mano. Non posso pensare che un libro possa essere buttato o destinato al macero, così recupero, recupero, recupero… e accumulo, accumulo, accumulo. 
Questa passione, che talvolta sfocia nella fissazione, è diventata spunto per questa mostra su La scrittura dell’arte. Un titolo suggerito da Franco Tripodi che mi sembra restituisca il senso del legame profondo che unisce l’una all’altra, e non solo perchè le prime forme di scrittura erano ideogrammi, né perchè la pittura ha costituito per secoli l’unica forma di conoscenza e sapere per le classi escluse dall’istruzione, ma per la sapienza che sottende l’una e l’altra, sapienza che sa coniugare sapere e saper fare, così nella scrittura come nella pittura e in tutti i linguaggi visivi. 
Ho pensato che sarebbe stato interessante mettere a confronto, a partire dal comune amore per la lettura e per la scrittura, il modo attraverso il quale Fernanda Fedi, Antonio Sormani, Franco Tripodi ed io esprimiamo queste passioni attraverso il linguaggio dell’arte. 
Esponendo le nostre opere in una biblioteca, naturalmente: la biblioteca Gallaratese, una biblioteca che amo, come tante altre, ma nella quale trovo quel di più di disponibilità e di competenza che mi fanno sentire a casa. 
Fernanda Fedi utilizza abitualmente segni che si riferiscono a scritture o che ne costituiscono l’alfabeto. Segni che riportano all’antico, all’archetipo stesso della scrittura e alle sue origini, in un continuum di tempo e di spazio che riporta alla magia di una modalità di espressione e di comunicazione che affascina sia per la bellezza dei segni che per la sapienza dell’invenzione. 
Antonio Sormani indaga, attraverso la pittura, il rapporto tra forma e oggetto in una ricerca di equilibrio sospeso tra figurazione e astrazione. Chi osserva può, attraverso il suo personale ricordo di forme, ridefinire il soggetto dipinto. Tracce di scrittura, lettere talvolta accostate per ragioni puramente estetiche e brevi frasi inserite nella composizione rimandano ad una conoscenza e ad un sapere collettivo delle proprietà della scrittura anche quando questa risulta incomprensibile. 
Franco Tripodi nel 1993 ha inventato, per gioco, un alfabeto per comunicare in codice; un alfabeto nel quale ad ogni simbolo corrisponde una lettera. Il gioco, come spesso accade, ha quasi costretto l’artista, ammaliato dalla bellezza dei segni, ad un’analisi profonda e ad una rielaborazione dei segni che sono divenuti parte integrante del suo lavoro artistico. 
In questa biblioteca mi sono stati messi a disposizione libri destinati al macero, libri che ho trasformato in libri d’artista o in forme geometriche, che ho sepolto sotto la cenere o sotto la stoffa del burka. Anche nelle situazioni più difficili, come in carcere o laddove alle donne viene vietato l’accesso all’istruzione, la scrittura è stata ed è sinonimo e motivo di sopravvivenza. 
Antonella Prota Giurleo

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